A che cosa serve il tratturo: la storia e lutilità di questa antica via di transumanza

Il tratturo è un sentiero erboso assai largo che veniva utilizzato dai pastori per compiere la transumanza, ossia per trasferire con cadenza stagionale mandrie e greggi da un’area di pascolo a un’altra. Questo antico sistema di viabilità ha avuto un ruolo fondamentale nella storia dell’agricoltura e dell’allevamento in Italia.

Ma a che cosa serve esattamente il tratturo? Oltre a essere un percorso di transito per gli animali, il tratturo ha avuto varie funzioni e benefici nel corso dei secoli. Vediamoli nel dettaglio:

  1. Transumanza:
  2. Come già accennato, il principale scopo del tratturo era quello di permettere ai pastori di condurre le loro mandrie e greggi da un’area di pascolo a un’altra. Questo permetteva agli animali di trovare pascoli freschi e rigogliosi durante le diverse stagioni, garantendo loro un’alimentazione adeguata e contribuendo alla loro salute e produttività.

  3. Scambio commerciale: Lungo i tratturi, si sviluppavano anche importanti attività commerciali. I pastori, durante i loro spostamenti, avevano la possibilità di scambiare i loro prodotti con quelli di altre regioni o paesi. Questo ha favorito gli scambi culturali e l’integrazione economica tra diverse comunità.
  4. Preservazione dell’ambiente: L’utilizzo del tratturo ha contribuito alla salvaguardia dell’ambiente, poiché permetteva una gestione razionale delle risorse naturali. Grazie alla transumanza, l’uso eccessivo dei pascoli veniva evitato, consentendo la rigenerazione delle piante e la conservazione della biodiversità locale.
  5. Valorizzazione del territorio: I tratturi sono diventati nel tempo un simbolo di identità e tradizione per molte comunità rurali. La loro presenza ha contribuito a valorizzare il territorio, attrarre turismo e promuovere la cultura e la storia locali. Oggi, molti tratturi sono stati recuperati e trasformati in percorsi turistici e culturali, offrendo agli amanti della natura e della storia un’opportunità unica di scoprire e apprezzare le bellezze del nostro paese.

In conclusione, il tratturo ha svolto un ruolo fondamentale nella storia dell’allevamento e dell’agricoltura in Italia. Oltre a essere un percorso di transito per gli animali, ha favorito lo sviluppo commerciale, la preservazione dell’ambiente e la valorizzazione del territorio. Oggi, i tratturi rappresentano un patrimonio culturale e naturale da preservare e valorizzare, testimoniando la nostra storia e tradizione.

A cosa servivano i tratturi del Molise?

I tratturi del Molise erano antichi percorsi di transumanza utilizzati per il pascolo del bestiame. Queste vie di comunicazione erano fondamentali per il trasporto del bestiame dalla montagna alle pianure e viceversa. I tratturi del Molise erano particolarmente importanti perché collegavano le principali arterie di transumanza dell’Italia centrale e meridionale, consentendo il collegamento tra le regioni pastorali dell’Abruzzo e della Puglia.

I tratturi del Molise erano divisi in due categorie principali: i tratturi maggiori, noti anche come “autostrade del bestiame”, e i tratturelli e i bracci, di dimensioni più ridotte. I tratturi maggiori erano strade larghe e ben delineate che attraversavano intere regioni, come il tratturo Celano-Foggia, che si estendeva per circa 200 chilometri, il tratturo Castel di Sangro-Lucera, lungo 127 chilometri, e il tratturo Pescasseroli-Candela, che copriva una distanza di 211 chilometri.

I tratturi maggiori erano dotati di appositi punti di sosta, come le cosiddette “masserie”, dove i pastori potevano riposare e rifornirsi di acqua e cibo. Questi percorsi erano anche sorvegliati da appositi ufficiali chiamati “tratturari”, che garantivano il rispetto delle regole della transumanza e la sicurezza del bestiame.

I tratturelli e i bracci, invece, erano percorsi più piccoli utilizzati per collegare i tratturi maggiori alle zone di pascolo e alle località di transito. Questi percorsi erano spesso meno definiti e richiedevano una conoscenza del territorio da parte dei pastori.

In conclusione, i tratturi del Molise erano fondamentali per l’economia pastorale della regione e per il commercio del bestiame tra le regioni centrali e meridionali dell’Italia. Grazie a questi antichi percorsi di transumanza, il bestiame poteva essere trasportato in sicurezza dalle montagne alle pianure, garantendo la sopravvivenza delle comunità rurali e l’approvvigionamento di prodotti derivati dal bestiame.

Cosa collegano i tratturi?

Cosa collegano i tratturi?

I tratturi sono antiche vie di transumanza che collegano diverse regioni dell’Italia centrale. In particolare, i tratturi coprono la maggior parte del territorio molisano, rendendo il Molise uno dei principali punti di partenza e attraversamento di queste vie. È per tale motivo che questa regione è stata definita, per legge, “Parco Nazionale dei Tratturi”.

I tratturi non solo collegano il Molise ad altre regioni come l’Abruzzo, il Lazio, la Puglia e la Campania, ma hanno anche un valore storico e culturale significativo. Le loro origini risalgono all’epoca romana, quando venivano utilizzati per il trasferimento del bestiame da una zona di pascolo all’altra. Queste vie rappresentavano un vero e proprio sistema di comunicazione e scambio economico tra le diverse comunità agricole.

Oggi i tratturi sono diventati importanti itinerari turistici, che consentono di esplorare la bellezza naturale e il patrimonio culturale di queste regioni. Lungo i tratturi è possibile ammirare paesaggi mozzafiato, borghi medievali, antichi casali e testimonianze dell’architettura rurale tradizionale. Inoltre, lungo questi percorsi è possibile scoprire anche le tradizioni, la gastronomia e l’arte locale, che rendono ogni regione unica e affascinante.

In conclusione, i tratturi collegano non solo fisicamente le diverse regioni, ma rappresentano anche un legame storico e culturale tra le comunità che li attraversano. Esplorare questi antichi percorsi è un modo per immergersi nella storia e nella bellezza della campagna italiana, scoprendo al contempo la ricchezza e la diversità di ogni regione.

I tratturi della transumanza sono antiche vie di transito utilizzate per il pascolo itinerante del bestiame.

I tratturi della transumanza sono antiche vie di transito utilizzate per il pascolo itinerante del bestiame.

Elementi caratteristici del Molise, i tratturi sono antichissime vie d’erba battuta lungo le quali i nostri avi, dall’epoca pre-romana sino a un paio di secoli fa, spostavano stagionalmente le proprie greggi. Queste vie erano fondamentali per la pratica della transumanza, un’antica forma di pascolo itinerante che permetteva agli allevatori di condurre il bestiame dalle aree di pascolo estivo alle aree di pascolo invernale. I tratturi erano percorsi regolari e ben definiti che si estendevano per chilometri attraverso le campagne e le montagne del Molise.

La transumanza rappresentava un’importante risorsa economica per la regione, poiché consentiva agli allevatori di sfruttare le diverse risorse disponibili in diverse stagioni. Durante il periodo estivo, ad esempio, le greggi venivano condotte verso le zone montane, ricche di pascoli verdi e freschi. Qui gli animali potevano pascolare liberamente, nutrendosi di erba fresca e rigenerandosi dopo l’inverno trascorso in stalla. Al contrario, durante il periodo invernale, il bestiame veniva condotto verso le zone di pianura, dove il clima era più mite e le risorse alimentari più abbondanti.

I tratturi erano veri e propri percorsi di transito, dotati di una serie di punti di sosta lungo il percorso, noti come “abbocchi”. Questi punti di sosta erano fondamentali per gli allevatori, che potevano riposare e rifocillarsi durante il lungo viaggio. Inoltre, i tratturi erano anche usati come vie di comunicazione e scambio commerciale, poiché attraversavano numerosi centri abitati e permettevano ai pastori di entrare in contatto con altre comunità.

Oggi i tratturi rappresentano un importante patrimonio culturale e storico del Molise. Sono stati riscoperti e valorizzati come percorsi turistici e pedonali, che permettono di immergersi nella storia e nella tradizione di questa antica pratica di pascolo itinerante. Inoltre, i tratturi sono anche importanti corridoi ecologici, che favoriscono la biodiversità e la conservazione degli ecosistemi naturali lungo il loro percorso. In conclusione, i tratturi rappresentano un legame con il passato e un’opportunità per valorizzare il territorio e le sue risorse naturali, culturali ed economiche.

Domanda: Quanto è largo il tratturo?

Domanda: Quanto è largo il tratturo?

Il tratturo è un largo sentiero erboso, pietroso o in terra battuta, sempre a fondo naturale, originatosi dal passaggio e dal calpestio degli armenti. Questo antico percorso, che risale a epoche remote, è stato utilizzato per secoli per il trasporto delle greggi di pecore e di bestiame, dalla Puglia e dalla Calabria verso le regioni dell’Italia centrale.

La larghezza del tratturo è stata standardizzata nel corso del tempo e di norma la misura della sede del tracciato viario è di 111 metri, corrispondenti a sessanta passi napoletani. Questa larghezza permetteva il transito sicuro di grandi mandrie di animali, garantendo spazio sufficiente per evitare il sovraffollamento e per permettere il transito agli animali più lenti.

Oggi i tratturi sono considerati un patrimonio storico-ambientale di grande importanza, rappresentando una testimonianza tangibile del passato rurale dell’Italia e delle tradizioni legate alla transumanza. Alcuni tratti dei tratturi sono stati restaurati e sono diventati percorsi turistici, permettendo ai visitatori di rivivere l’atmosfera di un tempo e di scoprire l’affascinante mondo della pastorizia.

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