L’ausiliare essere, più regolare e preferito in letteratura, è più formale e va scelto in situazioni che richiedono una lingua più sorvegliata (ma in realtà va bene sempre); avere è accettabile in contesti di formalità media e bassa (nel parlato probabilmente anche in contesti più formali).
Quando si usa l’ausiliare essere, si sta indicando che l’azione è stata compiuta in modo più completo e definitivo, mentre quando si usa avere si indica che l’azione è stata compiuta in modo più generico o meno definito. Ad esempio:
- Ho vissuto a Roma per tre anni. (azione compiuta in modo generico)
- Sono vissuto a Roma per tre anni. (azione compiuta in modo più completo)
Nel primo caso, si sta semplicemente indicando che si è vissuti a Roma per tre anni, senza specificare ulteriori dettagli. Nel secondo caso, si sta sottolineando che si è vissuti a Roma per tre anni in modo più deciso o definitivo.
Tuttavia, va sottolineato che in molte situazioni l’uso di essere o avere come ausiliare può essere intercambiabile senza creare significative differenze di senso. Dipende dal contesto e dallo stile di scrittura o di parlato che si vuole adottare.
La frase corretta dovrebbe essere: Quale ausiliare si usa con vivere?
Quando si usa il verbo modale “dovere” seguito dal verbo “vivere”, di solito viene confermato l’ausiliare che si usa normalmente con quel verbo. Nel caso di “vivere”, sia l’ausiliare “avere” che l’ausiliare “essere” sono corretti. Pertanto, la scelta tra “ho vissuto” e “sono vissuto” dipende dal contesto e dal significato che si vuole esprimere.
Se si usa l’ausiliare “avere” con il verbo “vivere”, si indica semplicemente l’azione di vivere come un’esperienza personale. Ad esempio, si potrebbe dire “Ho vissuto a Roma per molti anni” per esprimere il fatto che si è vissuto a Roma per un lungo periodo di tempo.
D’altra parte, se si usa l’ausiliare “essere” con il verbo “vivere”, si sottolinea il cambiamento di stato o la condizione risultante dell’azione di vivere. Ad esempio, si potrebbe dire “Sono vissuto a Roma per molti anni” per indicare che il periodo trascorso a Roma ha avuto un impatto significativo sulla propria vita o che si è stabilito lì per un lungo periodo.
In conclusione, sia “ho vissuto” che “sono vissuto” sono corretti con il verbo “vivere” quando viene preceduto dal verbo modale “dovere”. La scelta tra i due ausiliari dipende dal significato che si vuole esprimere e dal contesto in cui viene usata la frase.
Quando si usa il verbo essere e avere?
Il verbo “essere” viene utilizzato come ausiliare quando il verbo principale è intransitivo, ovvero non regge un complemento oggetto. Ad esempio, nella frase “sono andato al cinema”, il verbo “andare” è intransitivo e non richiede un complemento oggetto. In questo caso, l’ausiliare “essere” viene coniugato al presente indicativo seguito dal participio passato del verbo principale.
D’altra parte, il verbo “avere” viene utilizzato come ausiliare quando il verbo principale è transitivo, ovvero regge un complemento oggetto. Ad esempio, nella frase “ho mangiato una pizza”, il verbo “mangiare” è transitivo e richiede un complemento oggetto (“una pizza”). In questo caso, l’ausiliare “avere” viene coniugato al presente indicativo seguito dal participio passato del verbo principale.
È importante notare che ci sono alcune eccezioni a questa regola generale. Ad esempio, alcuni verbi possono essere usati sia come transitivi che come intransitivi, a seconda del contesto. In questi casi, l’ausiliare dipenderà dall’uso specifico del verbo nella frase.
In conclusione, la scelta tra l’ausiliare “essere” e “avere” dipende dall’uso del verbo principale nella frase. Se il verbo è intransitivo, si utilizza l’ausiliare “essere”, mentre se il verbo è transitivo, si utilizza l’ausiliare “avere”. È importante imparare a riconoscere il tipo di verbo e a utilizzare l’ausiliare corretto per costruire frasi grammaticalmente corrette.
Qual è lausiliare del verbo dovere?
Il verbo dovere è un verbo servile che indica un obbligo o una necessità. Nella lingua parlata, i verbi servili come dovere, potere e volere spesso si ribellano alla loro servitù e impongono il loro ausiliare, cioè avere. Questo significa che nella forma composta, il verbo dovere viene coniugato con l’ausiliare avere. Ad esempio, nella frase “Ho dovuto studiare per l’esame”, abbiamo il verbo dovere coniugato al passato prossimo e l’ausiliare avere. L’ausiliare avere indica che l’azione del dovere è stata compiuta dal soggetto.
Tuttavia, è importante sottolineare che questa regola non si applica in modo rigido in tutte le situazioni. Ci sono casi in cui il verbo dovere può essere seguito anche dall’ausiliare essere. Ad esempio, nella frase “Sono dovuto andare via presto”, abbiamo il verbo dovere coniugato al passato prossimo e l’ausiliare essere. In questo caso, l’ausiliare essere indica che l’azione del dovere ha avuto un impatto sul soggetto stesso.
In conclusione, l’ausiliare del verbo dovere è generalmente avere, ma ci sono casi in cui può essere anche essere. La scelta dell’ausiliare dipende dal contesto e dall’effetto che si vuole dare all’azione del dovere.
Che tempo farebbe se fossi vissuto?
Se fossi vissuto, il tempo farebbe riferimento ai periodi di vita passati in cui avresti vissuto. Il verbo “vivere” ha tempi composti che indicano azioni avvenute nel passato. Ad esempio, il passato remoto “io sono vissuto” indica un’azione conclusa nel passato, mentre il trapassato remoto “io fossi vissuto” indica un’azione ancora più lontana nel passato rispetto al passato remoto. Questi tempi composti si utilizzano per descrivere situazioni o azioni che si sono verificate in un periodo precedente rispetto al momento attuale. Inoltre, il verbo “vivere” può essere coniugato anche al presente, al futuro e ai tempi semplici per indicare azioni nel presente o nel futuro.
La frase corretta è: Come si dice sono vissuto o ho vissuto?
La frase corretta è “ho vissuto” quando si parla di vivere in termini di luogo, durata e modo. Tuttavia, è importante notare che l’ausiliare “essere” può essere utilizzato quando il verbo vivere regge un complemento oggetto.
Ad esempio, se diciamo “ho vissuto in Italia per cinque anni”, stiamo usando l’ausiliare “avere” perché stiamo descrivendo la durata del tempo trascorso in un determinato luogo. Allo stesso modo, se diciamo “ho vissuto felicemente”, stiamo usando l’ausiliare “avere” perché stiamo descrivendo il modo in cui abbiamo vissuto.
Tuttavia, se diciamo “sono vissuto in una casa bellissima”, stiamo usando l’ausiliare “essere” perché il verbo vivere regge un complemento oggetto, cioè “una casa bellissima”. In questo caso, il verbo vivere assume il significato di “abitare” e richiede l’ausiliare “essere”.
In conclusione, entrambi gli ausiliari “avere” e “essere” possono essere utilizzati con il verbo vivere, a seconda del contesto e del significato che si intende esprimere.