Gli jihadisti sono diventati una delle maggiori minacce globali negli ultimi anni. Questi estremisti violenti, che si richiamano all’ideologia islamica radicale, sono responsabili di numerosi attacchi terroristici in tutto il mondo. Ma chi sono esattamente gli jihadisti e quali sono le loro motivazioni?
Gli jihadisti sono individui che credono nella lotta armata per promuovere e difendere l’Islam. Essi si considerano combattenti per la causa divina e sono pronti a sacrificare la propria vita per raggiungere i loro obiettivi. Questi obiettivi possono variare, ma spesso includono la creazione di uno stato islamico basato sulla legge religiosa, la diffusione dell’islam in tutto il mondo e la lotta contro gli “infedeli” che si oppongono alla loro visione estremista.
Le motivazioni che spingono gli individui ad aderire all’ideologia jihadista sono complesse e variano da persona a persona. Alcuni possono essere attratti dall’idea di combattere per una causa “nobile” e di difendere i propri correligionari musulmani. Altri possono essere influenzati da fattori sociali ed economici, come la povertà, la mancanza di opportunità e la marginalizzazione. Alcuni possono essere radicalizzati attraverso l’uso di internet e l’influenza di predicatori estremisti.
La minaccia rappresentata dagli jihadisti è globale, poiché questi gruppi terroristici operano in tutto il mondo e sono in grado di colpire ovunque. Alcuni dei gruppi jihadisti più noti includono Al Qaeda, ISIS (Stato Islamico dell’Iraq e della Siria) e Boko Haram. Questi gruppi hanno dimostrato di essere capaci di organizzare attentati devastanti, come gli attacchi dell’11 settembre negli Stati Uniti, gli attacchi di Parigi del 2015 e molti altri.
È essenziale comprendere chi sono gli jihadisti e le motivazioni che li spingono, al fine di sviluppare strategie efficaci per combatterli e prevenire ulteriori attacchi. Solo attraverso una comprensione approfondita di questa minaccia globale possiamo sperare di contrastare l’estremismo violento e proteggere la sicurezza delle nostre comunità.
Qual è il significato di jihadisti?
I jihadisti legittimano l’uso della violenza con richiamo alla dottrina islamica tradizionale sulla jihad, un termine che significa letteralmente ‘lotta’ o ‘sforzo’, ma nella legge islamica è considerata un sinonimo di guerra santa. I jihadisti interpretano la jihad come un obbligo religioso per i musulmani di difendere e promuovere l’Islam attraverso la lotta armata. Per i jihadisti, la jihad può essere sia una guerra difensiva contro chiunque minacci l’Islam, sia una guerra offensiva per espandere il dominio dell’Islam.
I jihadisti sono spesso associati al movimento terroristico internazionale noto come Al-Qaeda, fondato da Osama bin Laden. Questo gruppo ha perpetrato numerosi attentati in tutto il mondo, inclusi gli attacchi dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti. Al-Qaeda ha promosso la sua ideologia estremista e ha reclutato numerosi seguaci, diffondendo l’idea della jihad come un dovere per tutti i musulmani. Altri gruppi jihadisti noti includono lo Stato Islamico (ISIS) e il gruppo Boko Haram.
I jihadisti giustificano le loro azioni citando versetti del Corano che incoraggiano la lotta per la causa di Dio e la sottomissione dei non credenti. Tuttavia, è importante sottolineare che la maggior parte dei musulmani non condivide la visione dei jihadisti e condanna il loro uso della violenza in nome dell’Islam. La maggior parte dei musulmani considera la jihad come un impegno personale per migliorare se stessi e la società, piuttosto che una guerra santa.
La domanda corretta è: Dove nasce la Jihad?
La Jihad ha origini nel movimento jihadista che si è sviluppato in Iraq dopo l’invasione americana del 2003. L’occupazione dell’Iraq da parte delle forze americane ha creato un caos politico e sociale nel paese, aprendo la strada all’emergere di gruppi militanti islamisti.
Il movimento comunemente noto come “Stato Islamico” (ISIS) è uno dei principali risultati di questa situazione. L’ISIS è emerso nel 2013 come una branca di al-Qaeda in Iraq e ha rapidamente preso il controllo di vaste aree del territorio iracheno e siriano. Il gruppo ha attirato numerosi combattenti stranieri provenienti da tutto il mondo e ha stabilito un’autoproclamata “califfato” basato su una versione estremista dell’Islam.
L’ISIS ha condotto una campagna di terrore e violenza, commettendo atrocità su larga scala e attaccando obiettivi civili e militari in tutto il mondo. Il gruppo ha attirato l’attenzione internazionale con le sue azioni brutali, tra cui decapitazioni, rapimenti e attentati suicidi.
La nascita del movimento jihadista in Iraq è stata alimentata da una combinazione di fattori, tra cui la destabilizzazione causata dall’invasione americana, la marginalizzazione della comunità sunnita da parte del governo iracheno a maggioranza sciita e la propaganda e l’ideologia radicale diffusa attraverso Internet e altri mezzi di comunicazione. L’ISIS ha sfruttato queste condizioni favorevoli per reclutare seguaci, accumulare risorse e promuovere la sua agenda violenta.
In conclusione, la Jihad ha avuto origine dal movimento jihadista che si è sviluppato in Iraq dopo l’invasione americana del 2003. L’ISIS è emerso come uno dei principali risultati di questa situazione, sfruttando la destabilizzazione del paese per promuovere una versione estremista dell’Islam e condurre una campagna di terrore e violenza su scala globale.
Quando è iniziata la Jihad?
La Jihad, termine arabo che significa “sforzo” o “lotta”, ha radici antiche nella storia dell’Islam e ha assunto diverse forme nel corso dei secoli. Tuttavia, è possibile identificare un punto di svolta significativo nella sua evoluzione con la mobilitazione che ha avuto inizio nel 2011 verso la Siria e successivamente verso l’Iraq. Questo evento ha portato a una nuova fase della Jihad, che si differenzia sia in termini quantitativi che qualitativi rispetto alle precedenti.
La Jihad iniziata nel 2011 è caratterizzata da una vasta partecipazione di individui provenienti da diverse parti del mondo, che si sono uniti ai gruppi jihadisti in Siria e in seguito in Iraq. Questa partecipazione internazionale ha portato a una maggiore visibilità e diffusione del fenomeno, con migliaia di individui che hanno aderito alle fila dei gruppi radicali. Questa mobilitazione su larga scala è stata favorita dalla diffusione di ideologie estremiste attraverso i mezzi di comunicazione e le piattaforme online, che hanno reso più facile per gli individui radicalizzarsi e unirsi ai gruppi jihadisti.
Inoltre, la natura della Jihad che si è sviluppata dopo il 2011 è stata caratterizzata da un livello di brutalità e violenza senza precedenti. I gruppi jihadisti come lo Stato Islamico (ISIS) hanno utilizzato tattiche terroristiche come attentati suicidi, decapitazioni e massacri di massa per raggiungere i loro obiettivi. Questa brutalità ha attirato l’attenzione internazionale e ha portato a un aumento della paura e dell’insicurezza in tutto il mondo.
È importante sottolineare che la Jihad non rappresenta l’intero Islam o tutti i musulmani. La maggior parte dei musulmani condanna fermamente la violenza e il terrorismo e si impegna a praticare un Islam pacifico e tollerante. Tuttavia, la Jihad sviluppatasi dopo il 2011 ha avuto un impatto significativo sulla percezione dell’Islam nel mondo, alimentando pregiudizi e diffidenza nei confronti dei musulmani.
In conclusione, la Jihad ha assunto una nuova forma a partire dal 2011, con una mobilitazione su larga scala di individui provenienti da diverse parti del mondo verso la Siria e l’Iraq. Questa Jihad moderna si differenzia dalle precedenti per la sua vastità e brutalità, che sono state rese possibili dalla diffusione di ideologie estremiste attraverso i mezzi di comunicazione e l’utilizzo di tattiche terroristiche. È importante distinguere tra la Jihad e la maggioranza dei musulmani che praticano un Islam pacifico e tollerante.
Come si chiamano quelli che fanno saltare in aria?
I kamikaze sono persone che si sacrificano per compiere atti di terrorismo suicida, causando la morte di sé stessi e di altre persone. Questo fenomeno ha avuto origine in Giappone durante la seconda guerra mondiale, quando i piloti kamikaze si lanciavano con gli aerei carichi di esplosivi contro le navi nemiche. Nel corso degli anni, il concetto di kamikaze si è esteso ad altre situazioni di conflitto, incluso il Medio Oriente.
Le prime cronache sulle donne kamikaze nel Medio Oriente risalgono al 4 aprile 1985, quando una diciassettenne libanese di nome Saana Muhaidily si fece saltare in aria gettandosi con la sua Peugeot bianca contro un posto di blocco israeliano a Batr Shaouf. Questo atto terroristico causò la morte di due soldati e ferì altri due. Da allora, diverse donne hanno seguito l’esempio di Muhaidily, aderendo a organizzazioni terroristiche e compiendo attentati suicidi. Queste donne kamikaze sono diventate una realtà preoccupante nel contesto del conflitto nel Medio Oriente.