Le clausole principali sono: franco di porto (o porto affrancato), quando le spese di trasporto sono pagate alla partenza e quindi sostenute da chi spedisce; franco destino, clausola generica per la quale il venditore deve provvedere a portare la merce a destinazione; franco magazzino venditore (o franco fabbrica).
La clausola franco di porto, o porto affrancato, indica che le spese di trasporto sono a carico del venditore e quindi sostenute da chi spedisce la merce. Questa clausola è solitamente utilizzata quando il venditore ha il controllo completo sul trasporto e desidera fornire una soluzione di consegna senza preoccuparsi dei costi di trasporto. Il venditore è responsabile del pagamento delle spese di trasporto fino al porto di destinazione.
La clausola franco destino, invece, è una clausola generica per la quale il venditore deve provvedere a portare la merce a destinazione. In questo caso, il venditore è responsabile del pagamento delle spese di trasporto e della consegna della merce al luogo di destinazione concordato con l’acquirente. Questa clausola è spesso utilizzata quando il venditore ha il controllo completo sul trasporto e desidera fornire una soluzione di consegna completa al compratore.
Infine, la clausola franco magazzino venditore, o franco fabbrica, indica che il venditore è responsabile delle spese di trasporto fino al suo magazzino o fabbrica. In questo caso, il compratore è responsabile del ritiro della merce dal magazzino o dalla fabbrica del venditore. Questa clausola è spesso utilizzata quando il venditore desidera fornire una soluzione di consegna parziale, in cui il compratore si fa carico del trasporto dalla fabbrica o dal magazzino del venditore al luogo di destinazione finale.
Qual è la differenza tra Franco partenza e franco destino?
La differenza tra “franco partenza” e “franco destino” riguarda il momento in cui viene effettuata la consegna della merce e l’incidenza dell’imposta sul valore aggiunto (IVA).
Nel caso della vendita “franco partenza”, l’IVA viene addebitata dal fornitore non residente al venditore italiano al momento della consegna della merce, prima che questa lasci il territorio dello Stato. Il venditore italiano può quindi detrarre l’IVA pagata come detrazione fiscale, poiché la merce è destinata all’estero.
D’altra parte, nella vendita “franco destino”, l’IVA non viene addebitata al venditore italiano al momento della consegna della merce, ma viene invece addebitata al cliente finale al momento della consegna. In questo caso, il venditore italiano non può detrarre l’IVA pagata come detrazione fiscale, poiché la merce è destinata al consumo interno.
La differenza tra “franco partenza” e “franco destino” è quindi importante per determinare chi è responsabile per il pagamento dell’IVA e se può essere detratta come detrazione fiscale. È fondamentale che i venditori e i fornitori siano consapevoli di questa distinzione e di come essa possa influire sui loro obblighi fiscali e sul prezzo finale della merce.
Cosa si intende per Franco destino?
La clausola del franco destino è una disposizione contrattuale che fa parte dei documenti di trasporto e riguarda le condizioni di consegna delle merci. Essa stabilisce che il fornitore è responsabile dei rischi e delle spese di spedizione fino al momento in cui le merci raggiungono la loro destinazione finale.
In base a questa clausola, il fornitore si impegna a organizzare e pagare il trasporto delle merci fino alla destinazione concordata con il cliente. Ciò significa che il fornitore deve occuparsi della preparazione delle merci per la spedizione, dell’organizzazione del trasporto, dell’assicurazione e di tutte le spese connesse, come ad esempio i costi di trasporto, di sdoganamento e di assicurazione.
Una volta che le merci sono state consegnate al destinatario o al porto di destinazione concordato, il rischio e le spese del trasporto passano al cliente. Da quel momento in poi, il cliente diventa responsabile del pagamento dei costi di trasporto, di sdoganamento e di assicurazione, nonché dei rischi associati alla spedizione.
La frase corretta è: Cosa vuol dire porto franco di partenza?
Il termine “porto franco di partenza” si riferisce a una modalità di spedizione in cui il mittente è responsabile del pagamento delle spese di trasporto. In questo caso, il mittente paga per il trasporto delle merci dal porto di partenza al porto di destinazione.
Il concetto di “porto franco” deriva dal diritto commerciale e viene utilizzato per indicare una situazione in cui è il mittente a sostenere le spese di trasporto. Questo può essere vantaggioso per il mittente, in quanto può negoziare tariffe più convenienti con il vettore o utilizzare i propri canali di trasporto per ridurre i costi.
D’altro canto, nel caso di “porto franco di partenza”, il mittente si assume anche la responsabilità del trasporto delle merci. Questo significa che il mittente è responsabile di organizzare il trasporto e di assicurarsi che le merci vengano consegnate in modo sicuro e tempestivo al porto di destinazione.
Chi paga la tassa di uscita?
La tassa di uscita, o spese di trasferimento, è solitamente a carico del compratore. Queste spese si riferiscono al trasferimento delle merci dal magazzino del venditore fino alla stazione di partenza. In pratica, il venditore è responsabile solo delle spese necessarie per portare le merci alla stazione di partenza, mentre il compratore si occupa di tutto il resto, compreso il carico delle merci sul vagone.
È importante sottolineare che il pagamento delle spese di trasferimento, compresa la tassa di uscita, viene concordato tra le parti coinvolte nell’operazione commerciale. Tuttavia, di norma, è il compratore a dover sostenere queste spese.
Le spese di trasferimento possono variare a seconda del tipo di merce, della distanza tra il magazzino del venditore e la stazione di partenza, nonché delle condizioni logistiche e dei costi associati al trasporto. Pertanto, è sempre consigliabile stabilire chiaramente, nelle trattative commerciali, chi è responsabile di queste spese e come verranno suddivise tra le parti.
In conclusione, la tassa di uscita, o spese di trasferimento, sono generalmente a carico del compratore. Tuttavia, è fondamentale concordare questi dettagli nelle trattative commerciali per evitare eventuali malintesi o controversie.