Benvenuti a questo post dedicato al ruolo dei sensi nella formazione del pensiero. Come afferma il famoso principio filosofico, “Nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu”, cioè “Niente è nell’intelletto che prima non sia stato nei sensi”. Questo principio, attribuito a Giovanni Duns Scoto, sottolinea l’importanza dei sensi nel processo di acquisizione delle conoscenze e nella formazione del pensiero.
Nel corso di questo post esploreremo come i nostri sensi, come la vista, l’udito, il tatto, il gusto e l’olfatto, svolgano un ruolo fondamentale nella percezione del mondo esterno e nella nostra capacità di elaborare pensieri e concetti.
Inizieremo analizzando il contributo della vista, il senso primario attraverso il quale percepiamo il mondo circostante. Esploreremo come la luce e i colori influenzino la nostra percezione e come il nostro cervello elabori le informazioni visive per creare un’immagine coerente del mondo.
Successivamente, esamineremo il ruolo dell’udito nella formazione del pensiero. Analizzeremo come il suono e il linguaggio influenzino la nostra capacità di comunicazione e di elaborazione delle informazioni.
Infine, esploreremo il contributo degli altri sensi, come il tatto, il gusto e l’olfatto, nel processo di percezione e nel ruolo che svolgono nella formazione delle nostre esperienze e dei nostri pensieri.
Attraverso quest’analisi, speriamo di offrire una prospettiva approfondita sul ruolo dei sensi nella formazione del pensiero e di evidenziare l’importanza di un’esperienza sensoriale ricca e variegata per lo sviluppo del nostro intelletto.
Cosa significa nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu?
La frase “nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu” è una famosa affermazione del filosofo inglese John Locke. Questa locuzione latina significa “niente è nell’intelletto se prima non è stato nei sensi”. Locke sosteneva che tutta la conoscenza umana deriva dalle esperienze sensoriali, che sono il fondamento delle nostre idee e della nostra comprensione del mondo.
Secondo Locke, l’intelletto umano è come una tabula rasa, una lavagna vuota, al momento della nascita. Le nostre menti non contengono innatamente alcuna conoscenza o idee innate. Tutto ciò che conosciamo e comprendiamo deriva dalle nostre esperienze sensoriali. Quando entriamo in contatto con il mondo attraverso i nostri sensi, le nostre menti elaborano queste esperienze e le trasformano in idee.
Ad esempio, se vediamo un albero per la prima volta, la nostra mente registra l’immagine visiva dell’albero e crea un’idea di albero. Questa idea è stata formata sulla base della nostra esperienza sensoriale visiva dell’albero. Allo stesso modo, se tocciamo un oggetto caldo per la prima volta, la nostra mente registra la sensazione di calore e crea un’idea di calore. Queste idee sono il risultato diretto delle nostre esperienze sensoriali.
Qual è lassunto peripatetico di Aquino?
L’assunto peripatetico di Aquino è il seguente: “Niente è nell’intelletto che non sia prima nei sensi” (in latino: “Nihil est in intellectu quod non sit prius in sensu”). Questo principio è presente nel De veritate di Tommaso d’Aquino, nella questione 2, articolo a.
Questo assunto sottolinea l’importanza dell’esperienza sensoriale come base per la conoscenza. Secondo Aquino, tutte le conoscenze che abbiamo nella nostra mente derivano dalle percezioni sensoriali che abbiamo avuto nel mondo esterno. In altre parole, le idee e i concetti che abbiamo sono il risultato dell’elaborazione delle informazioni che abbiamo acquisito attraverso i nostri sensi.
Questa prospettiva peripatetica di Aquino è in linea con la filosofia aristotelica, che considera i sensi come la fonte primaria di conoscenza. Secondo questa visione, l’intelletto umano è in grado di comprendere e interpretare le informazioni sensoriali, ma la conoscenza iniziale deriva sempre dai sensi.
L’assunto peripatetico di Aquino ha avuto una grande influenza sulla filosofia e sulla teologia occidentale. Ha contribuito a stabilire l’importanza dell’esperienza sensoriale nella formazione della conoscenza umana e ha influenzato il modo in cui venivano affrontate molte questioni filosofiche e teologiche. L’idea che nulla sia nell’intelletto che non sia prima nei sensi è fondamentale per la comprensione di come acquisiamo la conoscenza e come comprendiamo il mondo che ci circonda.