Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi: il glorioso nucleo difensivo della Grande Inter

La formazione «Sarti; Burgnich, Facchetti; Bedin, Guarneri, Picchi; Jair; Mazzola, Milani (Peiró, Domenghini), Suárez, Corso. Allenatore Herrera» è un vero e proprio inno alla storia dell’Inter, una delle squadre più titolate e amate del calcio italiano. Questa formazione, che è diventata quasi una filastrocca per i tifosi nerazzurri e non solo, è stata eternizzata anche nelle pagine del famoso scrittore uruguaiano Eduardo Galeano.

Ma chi erano questi giocatori che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’Inter?

La difesa era composta da Tarcisio Burgnich e Giacinto Facchetti, due veri pilastri del reparto arretrato. Entrambi erano noti per la loro forza fisica, ma anche per la loro abilità tecnica. I tifosi nerazzurri ricordano ancora oggi le loro imponenti prestazioni difensive che hanno contribuito alle vittorie della squadra.

Al centro del campo c’erano Gianfranco Bedin, Aristide Guarneri e Giacinto Picchi. Bedin era un centrocampista versatile in grado di coprire varie posizioni ed era noto per la sua grinta e determinazione. Guarneri, invece, era un giocatore tecnicamente dotato e era considerato uno dei migliori centrocampisti italiani del suo tempo. Picchi, infine, era il capitano della squadra e era famoso per la sua leadership e la sua visione di gioco.

Il centrocampo era completato da Jair, un attaccante brasiliano che era noto per la sua velocità e la sua abilità nel dribbling. Jair era un vero e proprio idolo per i tifosi dell’Inter, che ammiravano il suo talento e la sua capacità di segnare gol decisivi.

L’attacco era guidato da Sandro Mazzola, uno dei giocatori più iconici della storia dell’Inter. Mazzola era un attaccante prolifico e un vero e proprio leader in campo. Era noto per la sua abilità nel segnare gol e per la sua intelligenza tattica.

Gli altri membri dell’attacco erano Angelo Domenghini, Luis Suárez, Mario Corso e Giuliano Sarti, che erano tutti giocatori di grande talento e contribuivano con le loro prestazioni alla forza dell’Inter.

Questa formazione, guidata dall’allenatore Helenio Herrera, ha portato l’Inter a vincere numerosi titoli nazionali e internazionali, tra cui la Coppa dei Campioni nel 1964 e nel 1965.

Oggi, questa formazione è ancora ricordata con affetto dai tifosi dell’Inter, che considerano quei giocatori dei veri e propri eroi e simboli della squadra.

La frase corretta sarebbe: Chi è rimasto della grande Inter?

La frase corretta sarebbe: “Chi è rimasto della grande Inter?” Fa riferimento alla squadra di calcio dell’Inter degli anni ’60, una formazione che è considerata ancora oggi nella memoria dei tifosi più maturi. In quel periodo, l’Inter era allenata da Helenio Herrera, e aveva una squadra di giocatori straordinari come Sarti, Burgnich, Facchetti, Bedin, Guarneri, Picchi, Mazzola, Jair (Domenghini), Suarez e Corso. Questi giocatori erano veri campioni e hanno contribuito a rendere la squadra dell’Inter una delle più forti e competitive dell’epoca.

Tuttavia, nel corso degli anni, molti di questi giocatori hanno lasciato la squadra, e oggi rimangono solo pochi dei protagonisti di quella grande Inter. Questo è un inevitabile processo naturale nel mondo del calcio, dove i giocatori vanno e vengono, e le squadre si rinnovano costantemente.

Quindi, se ci chiediamo chi è rimasto della grande Inter, possiamo dire che nessuno dei giocatori menzionati nella frase originale è ancora parte della squadra. Ma purtroppo, nel corso degli anni, molti di questi campioni sono scomparsi, lasciando un vuoto nella storia dell’Inter e nel cuore dei suoi tifosi. Tuttavia, le loro gesta e il loro contributo alla grande Inter resteranno per sempre nella memoria collettiva del calcio italiano.

Come giocava lInter di Herrera?

L’Inter di Herrera giocava seguendo una strategia innovativa che si basava sull’alternativa di talento offerta da Corso sulla sinistra, che rappresentava un’alternativa alle classiche azioni di lancio-fuga-gol. L’obiettivo principale era quello di attirare gli avversari in trappola e poi partire in contropiede verso la porta avversaria. Questo schema di gioco libero e basato sui contropiede è stato sintetizzato con l’espressione “catenaccio”, che ha caratterizzato il modo di giocare dell’Inter di quegli anni.

L’Inter di Herrera era nota per la sua abilità nel creare situazioni di gioco pericolose per gli avversari. La squadra era in grado di attirare gli avversari fuori posizione, aprendo spazi per i propri attaccanti. Questo era reso possibile grazie alle invenzioni di Corso sulla sinistra, che forniva una diversa opzione di gioco rispetto al classico schema di lancio-fuga-gol.

Questo approccio innovativo ha portato l’Inter a ottenere grandi successi, con la squadra che è riuscita a vincere numerosi titoli nazionali e internazionali durante il periodo di gestione di Herrera. La sua squadra è stata spesso imitata da altre squadre, che hanno cercato di replicare il suo stile di gioco per ottenere gli stessi risultati.

In conclusione, l’Inter di Herrera giocava un calcio basato sull’attirare gli avversari in trappola e poi partire in contropiede verso la porta avversaria. Questo schema di gioco libero e contropiede è stato sintetizzato con l’espressione “catenaccio” e ha caratterizzato il modo di giocare dell’Inter di quegli anni. Grazie alle invenzioni di Corso sulla sinistra e all’abilità della squadra nel creare situazioni di gioco pericolose, l’Inter di Herrera ha ottenuto numerosi successi sia a livello nazionale che internazionale.

In che anno lInter ha vinto la stella?

In che anno lInter ha vinto la stella?

La stella dell’Inter fu vinta nel 1966, il 15 maggio precisamente, quando il club milanese conquistò il suo decimo titolo di campione d’Italia. Quella stagione fu un trionfo per l’Inter, che terminò il campionato con 54 punti, distanziando di 6 lunghezze la seconda classificata, la Juventus. Il successo dell’Inter fu reso ancora più significativo dal fatto che la squadra stabilì un record di imbattibilità durato 17 partite consecutive, dal 25 settembre 1965 al 30 gennaio 1966. La squadra era allenata da Helenio Herrera, che impose il suo celebre “catenaccio” e mise a punto una tattica di gioco molto difensiva ma efficace. La stella dell’Inter, simbolo dei dieci scudetti vinti, fu aggiunta allo stemma della squadra milanese per celebrare questo importante traguardo.

L’Inter non riusciva a vincere il campionato da oltre un decennio, e la conquista della stella rappresentò un momento di grande gioia per i tifosi nerazzurri. Il decimo scudetto fu un risultato meritato per una squadra che riuscì a imporsi con una difesa solida e un attacco letale, guidato da giocatori come Sandro Mazzola e Jair. L’Inter continuò a dominare il calcio italiano anche nelle stagioni successive, vincendo altri due scudetti di fila nel 1967 e nel 1968. La stella dell’Inter simboleggia l’orgoglio e la tradizione di un club che ha scritto pagine importanti nella storia del calcio italiano e internazionale.

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