Manìn, Ludovico Ultimo Doge Doge (pron. “dòge”; in veneto: doxe /ˈdoze/; in ligure: dûxe /ˈdyːʒe/) era il titolo riservato al capo di Stato elettivo di alcune repubbliche marinare, tra cui la Repubblica di Venezia e la Repubblica di Genova. Nato a Venezia nel 1726 e morto nella stessa città nel 1802, Manìn ha ricoperto diversi incarichi pubblici prima di essere eletto doge nel 1789.
Prima di assumere il titolo di doge, Manìn ha servito come capitano di Vicenza nel 1752, di Verona nel 1757 e di Brescia nel 1764. Successivamente è stato nominato procuratore di San Marco. Dopo la morte di Paolo Renier, Manìn è stato eletto doge nel 1789.
Durante il suo mandato come doge, Manìn ha guidato la Repubblica di Venezia in un periodo di grandi sfide e cambiamenti. È stato al governo quando la repubblica è stata abbattuta dalle armi francesi nel maggio del 1797.
Il titolo di doge era un simbolo di grande prestigio e potere nella Repubblica di Venezia. Il doge era il capo di Stato elettivo e aveva il compito di rappresentare la repubblica sia a livello interno che esterno. Inoltre, il doge aveva il potere di nominare i membri del Consiglio dei Dieci, l’organo decisionale più importante della repubblica.
Oggi, Manìn è ricordato come l’ultimo doge di Venezia, il leader che ha governato la repubblica durante il periodo finale della sua esistenza indipendente. La caduta della Repubblica di Venezia segnò la fine di un’era e l’inizio di un nuovo capitolo nella storia della città.
Quanto durava in carica il doge?
La figura del doge è stata una delle più importanti e longeve nella storia di Venezia, durando per ben 1100 anni. Durante questo lungo periodo, si sono succeduti 120 dogi, alcuni dei quali hanno lasciato il loro incarico per morte naturale, mentre altri sono stati costretti a abdicare, a causa di congiure o deposizioni.
Nonostante il doge fosse considerato la massima autorità politica a Venezia, i suoi poteri erano in realtà circoscritti. Infatti, il doge era tenuto a rispettare una serie di leggi e tradizioni che limitavano la sua autorità. Ad esempio, il doge doveva consultare il Consiglio dei Dieci, un organo di governo composto da membri eletti, prima di prendere decisioni importanti. Inoltre, il doge aveva anche il dovere di preservare la stabilità e la prosperità di Venezia, garantendo il benessere della città e dei suoi cittadini.
Nonostante le limitazioni, il ruolo del doge era ancora di grande importanza. Era il rappresentante ufficiale di Venezia e aveva il compito di negoziare con altri stati e di mantenere l’ordine interno. Inoltre, il doge aveva anche il potere di nominare i membri del governo e di influenzare le decisioni politiche.
In conclusione, il doge è stato una figura di grande importanza nella storia di Venezia per 1100 anni. Nonostante i suoi poteri fossero limitati, il doge aveva ancora un ruolo significativo nella politica e nell’amministrazione della città.
Quanti sono stati i dogi di Venezia?
Quello che segue è un elenco di tutti i 120 Dogi di Venezia, la cui carica era a vita, quindi, qualora non indicato diversamente, con la fine del dogado si intende la morte del doge in carica.
1. Paolo Lucio Anafesto (697-717)
2. Marcello Tegalliano (717-726)
3. Orso Ipato (726-737)
4. Teodato Ipato (742-755)
5. Galla Gaulo (755-756)
6. Domenico Monegario (756-764)
7. Maurizio Galbaio (764-787)
8. Giovanni Galbaio (787-804)
9. Obelerio Antenoreo (804-810)
10. Angelo Partecipazio (810-827)
11. Giustiniano Partecipazio (827-829)
12. Giovanni I Partecipazio (829-836)
13. Pietro Tradonico (836-864)
14. Orso I Partecipazio (864-881)
15. Giovanni II Partecipazio (881-887)
16. Pietro I Candiano (887-888)
17. Pietro Tribuno (888-912)
18. Orso II Partecipazio (912-932)
19. Pietro II Candiano (932-939)
20. Pietro III Candiano (939-942)
21. Pietro IV Candiano (959-976)
22. Pietro Orseolo (976-978)
23. Vitale Candiano (978-979)
24. Tribuno Memmo (979-991)
25. Pietro II Orseolo (991-1009)
26. Ottone Orseolo (1009-1026)
27. Pietro Barbolano (1026-1032)
28. Domenico Flabanico (1032-1043)
29. Domenico I Contarini (1043-1071)
30. Domenico Selvo (1071-1084)
31. Vitale Falier (1084-1096)
32. Vitale I Michiel (1096-1102)
33. Ordelafo Falier (1102-1117)
34. Domenico Michele (1117-1130)
35. Pietro Polani (1130-1148)
36. Domenico Morosini (1148-1156)
37. Vitale II Michiel (1156-1172)
38. Sebastiano Ziani (1172-1178)
39. Orio Mastropiero (1178-1192)
40. Enrico Dandolo (1192-1205)
41. Pietro Ziani (1205-1229)
42. Jacopo Tiepolo (1229-1249)
43. Marino Morosini (1249-1253)
44. Renier Zen (1253-1268)
45. Lorenzo Tiepolo (1268-1275)
46. Jacopo Contarini (1275-1280)
47. Giovanni Dandolo (1280-1289)
48. Pietro Gradenigo (1289-1311)
49. Marino Zorzi (1311-1312)
50. Giovanni Soranzo (1312-1328)
51. Francesco Dandolo (1328-1339)
52. Bartolomeo Gradenigo (1339-1342)
53. Andrea Dandolo (1342-1354)
54. Marin Falier (1354)
55. Giovanni Gradenigo (1354-1355)
56. Giovanni Delfino (1356-1361)
57. Lorenzo Celsi (1361-1365)
58. Marco Corner (1365-1368)
59. Andrea Contarini (1368-1382)
60. Michele Morosini (1382-1382)
61. Antonio Venier (1382-1400)
62. Michele Steno (1400-1413)
63. Tommaso Mocenigo (1413-1423)
64. Francesco Foscari (1423-1457)
65. Pasquale Malipiero (1457-1462)
66. Cristoforo Moro (1462-1471)
67. Niccolò Trono (1471-1473)
68. Nicolò Marcello (1473-1474)
69. Pietro Mocenigo (1474-1476)
70. Andrea Vendramin (1476-1478)
71. Giovanni Mocenigo (1478-1485)
72. Marco Barbarigo (1485-1486)
73. Agostino Barbarigo (1486-1501)
74. Leonardo Loredan (1501-1521)
75. Antonio Grimani (1521-1523)
76. Andrea Gritti (1523-1538)
77. Pietro Lando (1538-1545)
78. Francesco Donato (1545-1553)
79. Marcantonio Trevisan (1553-1554)
80. Francesco Venier (1554-1556)
81. Lorenzo Priuli (1556-1559)
82. Girolamo Priuli (1559-1567)
83. Pietro Loredan (1567-1570)
84. Alvise I Mocenigo (1570-1577)
85. Sebastiano Venier (1577-1578)
86. Nicolò da Ponte (1578-1585)
87. Pasquale Cicogna (1585-1595)
88. Marino Grimani (1595-1605)
89. Leonardo Donato (1605-1612)
90. Marcantonio Memmo (1612-1615)
91. Giovanni Bembo (1615-1618)
92. Nicolò Donato (1618-1618)
93. Antonio Priuli (1618-1623)
94. Francesco Contarini (1623-1624)
95. Giovanni I Corner (1625-1629)
96. Nicolò Contarini (1629-1630)
97. Francesco Erizzo (1630-1646)
98. Francesco Molin (1646-1655)
99. Carlo Contarini (1655-1656)
100. Francesco Cornaro (1656-1656)
101. Bertuccio Valier (1656-1658)
102. Giovanni II Cornaro (1658-1659)
103. Domenico II Contarini (1659-1674)
104. Francesco Morosini (1674-1688)
105. Silvestro Valier (1688-1694)
106. Marcantonio Giustinian (1694-1700)
107. Francesco Sagredo (1700-1709)
108. Alvise II Mocenigo (1709-1722)
109. Sebastiano Mocenigo (1722-1732)
110. Carlo Ruzzini (1732-1735)
111. Alvise Pisani (1735-1741)
112. Pietro Grimani (1741-1752)
113. Francesco Loredan (1752-1762)
114. Marco Foscarini (1762-1763)
115. Alvise Giovanni Mocenigo (1763-1779)
116. Paolo Renier (1779-1789)
117. Ludovico Manin (1789-1797)
Il dogado di Venezia terminò ufficialmente con l’abdicazione di Ludovico Manin il 12 maggio 1797, quando la Repubblica di Venezia fu occupata dalle truppe francesi durante la guerra della Prima Coalizione.
Qual è stato il primo doge di Venezia?
Paolo Lucio Anafesto è stato il primo doge di Venezia. La sua elezione avvenne nel 697, quando venne convocata un’assemblea generale per scegliere il nuovo principe. Anafesto fu scelto con grande maggioranza come Doge e iniziò così il suo mandato come capo dello stato veneziano. Durante il suo regno, Anafesto fu responsabile della fondazione e dell’organizzazione del governo veneziano. Sotto la sua guida, Venezia iniziò a svilupparsi come una potenza marittima e commerciale. Anafesto governò per molti anni e il suo mandato è considerato l’inizio della lunga tradizione dei dogi di Venezia.
La nomina di Paolo Lucio Anafesto come primo doge di Venezia segnò un momento importante nella storia della città. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, Venezia era diventata una città autonoma e aveva bisogno di un leader forte per guidarla. Anafesto assunse questo ruolo e si occupò di stabilire le basi per il governo e l’amministrazione della città. Durante il suo mandato, promosse lo sviluppo del commercio marittimo e delle relazioni diplomatiche con altre città e stati. Anafesto fu un leader rispettato e ammirato e il suo governo segnò l’inizio di un’epoca di prosperità per Venezia. La sua nomina come primo doge è ancora oggi ricordata come un momento fondamentale nella storia della città.
Chi poteva diventare doge?
Per diventare doge di Venezia, era necessario avere molta esperienza e una certa età. Solo i membri delle famiglie nobili più rispettate della città potevano ambire a questa carica prestigiosa. La nobiltà era considerata un requisito fondamentale perché il doge rappresentava la Repubblica di Venezia e il suo comportamento influenzava l’immagine e la reputazione della città. Inoltre, la nobiltà era considerata garanzia di stabilità e continuità nella gestione del governo.
Essere un membro di una famiglia nobile non garantiva automaticamente l’elezione a doge. La scelta del doge avveniva tramite un processo di elezione, in cui i membri della nobiltà veneziana avevano il diritto di voto. Questo processo era influenzato da una serie di fattori, come la reputazione della famiglia, le alleanze politiche e le relazioni personali. Era anche importante che il candidato avesse dimostrato competenza e abilità nel governo della città, poiché il doge aveva il potere di prendere decisioni politiche e amministrative cruciali per il destino di Venezia.
Una volta eletto, il doge assumeva il potere a vita, ma era soggetto a una serie di restrizioni e controlli per evitare abusi di potere. Ad esempio, il doge doveva rispettare le leggi e le tradizioni della Repubblica di Venezia e non poteva agire in modo arbitrario o a proprio vantaggio. Inoltre, il doge era sottoposto a una sorta di controllo da parte del Consiglio dei Dieci, un organo di governo che aveva il compito di vigilare sulla condotta del doge e di prevenire eventuali abusi.
In conclusione, diventare doge di Venezia richiedeva non solo appartenere alle famiglie nobili più rispettate della città, ma anche dimostrare esperienza, competenza e un comportamento impeccabile. La carica di doge era considerata un onore e un privilegio, ma comportava anche una grande responsabilità nel rappresentare e governare la Repubblica di Venezia.