Utilità ordinale: significato e differenza con lutilità cardinale

L’utilità ordinale è una nozione di utilità in cui i panieri dei beni sono disposti su una scala ordinale senza essere associati ad alcuna grandezza assoluta. Con l’utilità ordinale gli economisti abbandonano il tentativo di misurare l’utilità (utilità cardinale).

In pratica, ciò significa che con l’utilità ordinale siamo in grado di classificare i panieri dei beni in base alla preferenza del consumatore, senza però poter stabilire quanto un paniere sia più preferito rispetto a un altro in termini di quantità assolute di utilità. Ad esempio, possiamo dire che un consumatore preferisce il paniere A al paniere B, ma non possiamo dire di quanto di più il consumatore preferisca il paniere A rispetto al paniere B.

Questa nozione di utilità ordinale è stata introdotta dagli economisti per superare le limitazioni dell’utilità cardinale, che cercava di misurare l’utilità in termini di unità numeriche. L’utilità cardinale aveva il problema di essere soggettiva e di non poter essere misurata in modo oggettivo. Inoltre, l’utilità cardinale assumeva che le preferenze dei consumatori fossero sempre coerenti, ma nella realtà le preferenze possono essere influenzate da variabili esterne e possono essere soggette a cambiamenti nel tempo.

Con l’utilità ordinale, invece, si considera solamente l’ordine delle preferenze del consumatore, senza entrare nel merito della quantità di utilità associata a ciascun paniere. Questo approccio permette di semplificare l’analisi economica e di concentrarsi sulle scelte del consumatore piuttosto che sulla misurazione oggettiva dell’utilità.

Ad esempio, se un consumatore preferisce acquistare un iPhone anziché un Samsung Galaxy, possiamo dire che il consumatore classifica l’iPhone come una scelta migliore rispetto al Samsung Galaxy. Tuttavia, non possiamo dire di quanto il consumatore preferisca l’iPhone rispetto al Samsung Galaxy in termini di utilità assoluta.

In conclusione, l’utilità ordinale è una nozione di utilità che si basa sull’ordine delle preferenze del consumatore, senza misurare la quantità di utilità associata a ciascun paniere di beni. Questo approccio permette di semplificare l’analisi economica e di concentrarsi sulle scelte del consumatore piuttosto che sulla misurazione oggettiva dell’utilità.

Come si calcola lutilità?

Per calcolare l’utilità, possiamo utilizzare diverse metodologie, a seconda del contesto in cui ci troviamo. Nel caso di un consumatore che acquista un bene, possiamo ipotizzare una funzione di utilità che rappresenta la relazione tra la quantità di bene consumata e l’utilità che se ne ricava.

Un esempio di funzione di utilità può essere la seguente: U(x) = V – p*x, dove U rappresenta l’utilità, x la quantità di bene consumata, V il valore massimo che il consumatore attribuisce al bene e p il prezzo del bene. Questa funzione di utilità può essere interpretata nel seguente modo: all’aumentare della quantità di bene consumata, l’utilità diminuisce in quanto l’agente si trova dinanzi a una situazione di saturazione, mentre all’aumentare del prezzo, l’utilità diminuisce in quanto il consumatore deve rinunciare a consumare altre cose per poter acquistare il bene.

Un’altra metodologia per calcolare l’utilità è quella dell’utilità attesa, utilizzata nel campo della teoria della decisione. Questa metodologia si basa sull’assegnare un valore numerico alle diverse opzioni disponibili e sui loro risultati, e calcolare l’utilità attesa come la somma dei valori delle opzioni pesati per la probabilità del loro verificarsi.

In conclusione, l’utilità può essere calcolata utilizzando diverse metodologie, a seconda del contesto. Nell’ambito del consumo di beni, possiamo utilizzare una funzione di utilità che rappresenti la relazione tra la quantità di bene consumata, il valore che il consumatore attribuisce al bene e il prezzo del bene. Nella teoria della decisione, possiamo utilizzare il concetto di utilità attesa per valutare le diverse opzioni disponibili.

Che cosa determina la funzione di utilità?

La funzione di utilità è determinata da una serie di fattori che influenzano le preferenze individuali e la soddisfazione derivata dai diversi beni e servizi. Questi fattori possono variare da persona a persona e possono includere la disponibilità di risorse finanziarie, le preferenze personali, i gusti, le aspettative e le circostanze individuali.

Una delle principali influenze sulla funzione di utilità è la disponibilità di risorse finanziarie. Le persone con un reddito più elevato tendono ad avere più risorse a disposizione per soddisfare i loro bisogni e desideri. Di conseguenza, la loro funzione di utilità potrebbe essere influenzata da fattori come il livello di reddito, la ricchezza, la sicurezza finanziaria e la possibilità di accesso a beni di lusso o a servizi di alta qualità.

Le preferenze personali e i gusti sono un altro fattore che determina la funzione di utilità. Ogni individuo ha preferenze diverse per i diversi beni e servizi, e queste preferenze possono essere influenzate da fattori come l’educazione, l’esperienza, la cultura e i valori personali. Ad esempio, alcune persone potrebbero preferire i beni di lusso e i prodotti di marca, mentre altre potrebbero preferire beni di base e prodotti ecologici.

Le aspettative e le circostanze individuali possono anche influenzare la funzione di utilità. Le aspettative riguardo al futuro possono influenzare le scelte di consumo e la soddisfazione derivata da diversi beni e servizi. Ad esempio, se una persona si aspetta che i prezzi aumentino in futuro, potrebbe preferire acquistare determinati beni o servizi ora per evitare costi più elevati in seguito.

Inoltre, le circostanze individuali come l’età, lo stato civile, la presenza di figli o l’occupazione possono influenzare le preferenze e quindi la funzione di utilità. Ad esempio, una persona con figli potrebbe essere disposta a sacrificare il proprio consumo personale per fornire ai propri figli una migliore qualità di vita.

In conclusione, la funzione di utilità è determinata da una combinazione di fattori come le risorse finanziarie, le preferenze personali, i gusti, le aspettative e le circostanze individuali. Questi fattori influenzano le scelte di consumo e la soddisfazione derivata dai diversi beni e servizi. È importante sottolineare che la funzione di utilità è soggettiva e può variare da persona a persona.

Quale differenza possiamo riscontrare tra il concetto di utilità in senso economico e invece nel senso comune?

Quale differenza possiamo riscontrare tra il concetto di utilità in senso economico e invece nel senso comune?

L’utilità, nel senso comune, si riferisce al valore che una persona attribuisce a un bene o servizio sulla base della soddisfazione che ne trae. È un concetto soggettivo e può variare da individuo a individuo. Ad esempio, una persona potrebbe considerare un paio di scarpe di marca come molto utili perché le fa sentire alla moda e sicure di sé, mentre un’altra persona potrebbe considerare le stesse scarpe come poco utili perché preferisce uno stile più pratico e confortevole.

In senso economico, l’utilità è un concetto più oggettivo e misurabile. Si riferisce alla capacità di un bene o servizio di soddisfare un bisogno economico dell’individuo. L’utilità economica tiene conto di vari fattori, come la capacità del bene di soddisfare i bisogni primari dell’individuo (come cibo, vestiti, alloggio), ma anche la capacità di soddisfare bisogni più “sfumati” come il desiderio di status sociale o di appagamento estetico.

L’utilità economica può essere misurata attraverso l’analisi marginale dell’utilità, che considera l’incremento o la diminuzione di utilità derivante dal consumo di una quantità in più o in meno di un bene o servizio. Ad esempio, se una persona ha fame, il primo pezzo di pane consumato fornirà una grande utilità, ma ogni pezzo di pane successivo fornirà un’utilità sempre minore, fino a quando la persona sarà sazia e il consumo di ulteriori pezzi di pane non le fornirà più alcuna soddisfazione.

In conclusione, mentre il concetto di utilità nel senso comune si riferisce al valore soggettivo che attribuiamo a un bene o servizio, l’utilità in senso economico è una misura oggettiva della capacità di un bene o servizio di soddisfare un bisogno economico.

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